Avanguardia tecnologica e medica e collaborazione territoriale ancora al centro dei progetti della Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, grazie alla generosità del territorio, della Regione Piemonte e della Fondazione CRC.
I lavori erano partiti la scorsa primavera 2021, attraverso la stretta collaborazione tra l’ASL Cn2 e l’Azienda Ospedaliera “Santa Croce e Carle” di Cuneo, poi da settembre la messa in funzione, e l’9 ottobre 2021 l’inaugurazione ufficiale con la presentazione alla stampa e la presenza degli attori principali, che tra pubblico e privato, hanno permesso al neonato ospedale di Verduno, di mettere un altro fiore all’occhiello.
La Radioterapia è una terapia localizzata, non invasiva, indolore, in grado di provocare la necrosi ovvero la morte delle cellule del tumore attraverso l’utilizzo di radiazioni di elevata energia chiamate radiazioni ionizzanti. Oggi rappresenta una delle più importanti modalità di cura dei tumori e grazie alle sue peculiarità, spesso è indicata anche nella cura di pazienti non operabili o che non possono effettuare chemioterapia. La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia prodotte da specifiche apparecchiature chiamate acceleratori lineari (linac). Le radiazioni sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano la capacità delle cellule cancerose di moltiplicarsi: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente. Quando le cellule cancerose muoiono, il corpo le elimina.
“Grazie, sono una piccola tra i grandi, che raccoglie il frutto e il lavoro di tanti anni”, esordisce così durante il suo intervento la Dottoressa Alessia Reali, responsabile radioterapia dell’ospedale di Verduno, e prosegue “la radioterapia sicuramente fa parte del percorso oncologico del paziente ed è un’arma terapeutica sempre più importante. Da un’analisi dei flussi territoriali degli anni passati, circa 400 pazienti del nostro territorio, hanno beneficiato di queste cure spostandosi verso altri centri. Da oggi invece il trattamento terapico qui, al “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno, con attrezzature moderne e di ultima generazione”. La dottoressa Reali ha ringraziato la Fondazione Nuovo Ospedale, la Fondazione CRC e la Regione Piemonte, attori attivi grazie ai quali, attraverso i loro contributi, si è potuto realizzare e rendere operativo questo servizio, ma anche la ASL e tutto il personale che ha creduto nelle sue capacità professionali. “Abbiamo iniziato con entusiasmo a ricevere i nostri primi pazienti il 22 settembre – spiega la dottoressa Reali – adesso abbiamo circa una decina di pazienti in corso sull’acceleratore”.
“Oggi per noi è una grande soddisfazione, un sogno che si avvera – ha sottolineato il presidente della Fondazione Nuovo Ospedale, Bruno Ceretto – era il dicembre 2016, quando il consiglio di amministrazione della nostra fondazione, prese visione dei dati riguardanti gli utenti della nostra area che si sottoponevano a radioterapia e si decise che era il momento di rompere gli indugi e accettare la sfida di realizzare la radio terapia in questo ospedale”. Ceretto ha proseguito dicendo che la Fondazione è orgogliosa oggi di poter vedere all’opera il reparto e del risultato finale del percorso intrapreso. “Abbiamo contribuito con un milione e mezzo di euro acquistando la TAC – ha aggiunto Ceretto – che è arrivata direttamente dal Giappone lo scorso maggio, poi i presidi di mobilizzazione, i piani di trattamento di radioterapia, i sistemi dosimetrici, tutti gli arredi e il giardino terapeutico, che è unico per la radioterapia piemontese. Ci prendiamo cura di te, è la scritta che campeggia all’ingresso dell’area, perché siamo sicuri che l’equipe che si è creata sarà all’altezza del compito per competenza, gentilezza nell’accoglienza nei confronti di tutti”.
A Bruno Ceretto fa eco Ezio Raviola, vice presidente della Fondazione CRC: “Noi con grande piacere abbiamo dato un contributo molto importante alla realizzazione di questa radioterapia, che permetterà in questo grandissimo e bellissimo nuovo ospedale, a tanti malati di essere curati più velocemente e soprattutto senza fare tanti chilometri. Noi ci abbiamo creduto subito, ci ha creduto il nostro presidente e oggi inauguriamo uno strumento molto importante per tutto questo territorio”.
A sottolineare la modalità progettuale che è stata da tempo intrapresa, ovvero quella di mettere da una parte assieme i contributi tra pubblico e privato e dall’altra allargare le collaborazioni sul territorio, non soltanto strette tra i diversi reparti interni a nosocomio, ma anche verso altre strutture e organizzazione territoriali, è poi intervenuto il dottor Evio Russi, direttore della radioterapia ASO “Santa Croce”, struttura con cui si è stretta una collaborazione fin dall’inizio del progetto, che rimarrà stabile anche per il futuro, garantendo una maggiore assistenza territoriale ai pazienti. “Mi viene di dire una cosa, scusate per il ritardo – esordisce Elvio Russi – per la difficoltà e la sofferenza che vedevamo nei pazienti costretti a viaggiare quaranta volte, non solo verso Cuneo, verso Torino, un disagio che langhe e roero non meritavano e in questo ci siamo impegnati fin dall’inizio e abbiamo trovato le giuste sinergie tra università, regione e le fondazioni. Oggi finalmente siamo qui e abbiamo la possibilità di usufruire di tutte le equipe territoriali, attraverso web conference o gic multidisplinari e interaziendali di competenze che sono a Cuneo, a Verduno e andando avanti anche di Torino”.
“Oggi è davvero una bella giornata”, inizia così il suo intervento l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, “inauguriamo questo servizio di radioterapia, importante per il servizio e importante per far finire quei pulmini della speranza che abbiamo visto per tanti anni andare a Cuneo con i pazienti, un disagio e una situazione che andava corretta. Importante anche per la modalità con cui è stato realizzato, una modalità di collaborazione, l’ospedale di Cuneo con il primario e i medici che vanno e vengono, lavoriamo assieme, in un’ottica di complementarietà”. A seguire nell’intervento, l’assessore Icardi ha precisato: “Non è in discussione il ruolo di hub dell’ospedale di Cuneo” riferendosi ad alcuni articoli usciti sulla stampa durante l’estate in forma polemica, che sostenevano una maggiore attenzione verso l’ospedale di Verduno con il possibile depotenziamento dell’ospedale di Cuneo, “Cuneo è e rimarrà l’ospedale hub di riferimento – ha chiosato Icardi – con quelle specialità che lo caratterizzano, che sono tipiche dell’hub, mentre gli altri rimarranno gli ospedali spot della provincia. Questo non significa che questi non possano crescere, che Verduno non avrà uno sviluppo in alcune specialità a lui congeniali, anche perché la cosa peggiore che possiamo fare è lasciare una struttura come questa inutilizzata, lasciare degli spazi vuoti, utilizzarlo al cinquanta percento di quello che potrebbe dare”.
Rimarcando poi la volontà o meglio il bisogno di fare squadra, Icardi ha poi detto: “Abbiamo costituito un tavolo tra i direttori generali, che serva proprio per coordinare le attività e io ho detto in modo molto chiaro, che da questo tavolo devo uscire delle soluzioni condivise. In passato abbiamo visto troppe volte conflittualità tra ospedali, reparti, c’è spazio per tutti, ma dobbiamo collaborare e devono esserci delle complementarietà e non dei duplicati. Questo tavolo che abbiamo costituito, serve proprio a costruire dei percorsi di collaborazione come quello che abbiamo presentato oggi, che è il frutto di una collaborazione proficua, che utilizza gli stessi macchinari in modo che ci sia intercambiabilità per i pazienti, che se oggi Cuneo ha un problema il paziente può essere spostato su Verduno e viceversa, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse”.
L’evento si è chiuso con una visita al reparto di radioterapia, ormai ultimato in ogni sua parte.
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