QUANDO SEI MALATO, IL CORPO PUO’ DIVENTARE INVISIBILE: RIPARTE IL PROGETTO “CURARE LA BELLEZZA PER CURARE L’ANIMA”
Alcune studentesse maneggiano gli strumenti per l’acconciatura e per i trattamenti estetici. I loro visi privi di rughe raccontano di esperienze ancora da maturare, anni non ancora vissuti. Sono molto giovani. Alle loro mani tuttavia, nelle prossime settimane, verrà richiesto uno sforzo di responsabilità e saggezza: dovranno lavorare a diretto contatto con storie di sofferenza, prendendosi cura dell’aspetto fisico di alcuni pazienti oncologici. “E’ commovente vedere ragazze così giovani che si occupano dell’estetica di persone malate, in un incontro che produce un atto di cura e di restituzione di integrità e dignità personale”, dice Donatella Croce – referente del gruppo di psicologia dell’Asl Cn2 e ideatrice del progetto “Curare la bellezza per curare l’anima”. Dopo la sperimentazione avvenuta lo scorso anno, nelle prossime settimane verrà avviata la “seconda edizione” del percorso.

Come nasce l’idea? Croce spiega che “nel 2023 la Fondazione Ospedale Alba-Bra lanciò il premio dal titolo “Ci prendiamo cura di te” per umanizzare le cure in medicina e per ricordare le figure di Alberto, Antonella e Silvana Levi. Un investimento importante visto che l’esperienza della terapia e dell’ospedale, soprattutto nei casi di grave malattia, possono mettere a dura prova la persona e la sua identità, provocando depersonalizzazione e angoscia”. E prosegue: “L’idea di lavorare sulla bellezza nasce in onore di Antonella e Silvana, entrambe morte per malattia oncologica. Durante il periodo di terapia e sofferenza le due donne non avevano rinunciato a prendersi cura dell’estetica. Era un modo per conservare l’integrità personale e proteggere la propria dignità. Questo atteggiamento mi ha colpito molto, così abbiamo pensato di proporre il coinvolgimento di giovani studenti affinché si potessero prendere cura dei pazienti. Nella prima sperimentazione del progetto sono state coinvolte 25 ragazze di Apro Formazione, che in 4 giornate di lavoro hanno trattato esteticamente circa 40 persone. E’ stato un successo, i beneficiari hanno restituito feedback molto positivi. Era dunque importante riproporre il lavoro”.
Conclude Croce: “Non è semplice il contatto con la malattia, ma attraverso un progetto di questo tipo è possibile avvicinare le persone alla sofferenza creando sensibilizzazione, lottando contro lo stigma e l’isolamento”. La formazione alle ragazze inizierà il 28 gennaio in ospedale e nelle settimane seguenti proseguiranno le attività accompagnate dalle equipe nelle strutture Cavs.
Una persona che in passato ha affrontato la malattia oncologica, ma che non ha potuto partecipare a un progetto di questo tipo, dice: “Ricordo che quando stavo male la percezione del mio corpo era cambiata. Lo reputavo nemico, traditore. Se qualcuno mi avesse aiutato ad amarlo, anche attraverso un piccolo gesto quotidiano, sarebbe stato di grande aiuto. Quando sei malato nessuno parla del tuo corpo. E’ come se diventasse invisibile”. Il trucco e l’acconciatura, il colore di un’unghia, la definizione di ciglia e sopracciglia si trasformano così in atto protettivo, in salvaguardia di una “pelle psichica” altrimenti a rischio, in gesto che restituisce speranza.
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